Anche le Ghiandaie marine, come i Nibbi reali, stanno conquistando il Nord dell’Abruzzo?

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La Ghiandaia marina (Coracias garrulus) è una specie con una distribuzione prevalentemente mediterranea, che in Italia si riproduce all’interno di cavità naturali o artificiali in ambienti pianeggianti e collinari, di varia natura e composizione con ampi spazi aperti, caratterizzati da clima caldo e secco.

Essendo migratrice di lungo raggio, raggiunge l’ Italia in primavera dopo aver svernato in Africa centrale e meridionale.
In Italia la specie, anche grazie al progetto Coracias Italia, partito nel 2011 e a cui la S.O.A. aderisce, ha evidenziato negli ultimi anni una consistenza in incremento e una distribuzione in espansione territoriale, anche in senso latitudinale verso il settentrione ed è stimata in oltre 1000 coppie. Inclusa nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (Direttiva 79/409/CEE), nella Lista Rossa Nazionale è indicata nella classe ‘LC Least Concern / Minima preoccupazione’ (Lista Rossa IUCN Italia 2019).
I pochi dati storici che si sono potuti reperire sembrano confermare che la specie in Abruzzo non sia mai stata abbondante e sempre e solo indicata come di ‘passo’.

La specie in Abruzzo è legata quasi esclusivamente a siti di nidificazione artificiali, in ruderi abbandonati o rimesse agricole non utilizzate con continuità. Per tale motivo la S.O.A., grazie alla collaborazione con la società TUA Ferrovia Sangritana, ha avviato l’installazione nei territori adatti di apposite cassette nido, seguendo le esperienze positive maturate in altre regioni italiane.

L’area di presenza principale della Ghiandaia marina in Abruzzo è concentrata nel territorio tra i bacini idrografici del fiume Sangro a nord e del fiume Trigno a sud.

Per questo, osservazioni come quella documentata nel video girato da Sandro Barile in un’area collinare in provincia di Pescara, ove da qualche tempo nidifica un’altra specie tipica degli ambienti aperti caldi e secchi, l’Averla capirossa (Lanius senator)*, sono particolarmente interessanti. Si tratta di un giovane, nato quest’anno, probabilmente già in migrazione, ma altre segnalazioni risalgono a fine maggio. Non si può, quindi, escludere un tentativo di colonizzazione. Per saperne di più, non possiamo che continuare a monitorare l’area nei prossimi anni.

  • La foto di “copertina”, sempre di Sandro Barile, ritrae uno dei giovani di Averla capirossa nati quest’anno nella stessa area.

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