Incontri di tarda estate con rapaci poco comuni

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Le due specie di Nibbi che nidificano in Abruzzo, il Nibbio reale (Milvus milvus) e il Nibbio bruno (Milvus migrans), sino a non molti anni fa erano piuttosto difficili da incontrare. Fino agli anni Ottanta del secolo scorso, non si sapeva granché della nidificazione del Nibbio reale in Abruzzo, le ultime notizie risalendo al secolo XIX. Nuove ricerche hanno portato nei primi anni Novanta a “riscoprire” la presenza della specie con qualche decina di coppie nidificanti nell’area del Vastese al confine con il Molise. Da allora la sua presenza si è andata consolidando in una vasta area nella parte meridionale della Provincia di Chieti dove è oggetto di censimenti annuali degli individui svernanti da parte della S.O.A., condotti dal 1999, con una media di circa 200 uccelli presenti. Dal 2024 si è registrata una contrazione del numero degli svernanti nella zona dell’Alto Vastese, anche se contemporaneamente sono stati individuati nuovi dormitori in provincia di Pescara e Teramo e anche nidificazioni in aree a Nord del fiume Aventino, che sembrava costituire il confine settentrionale per la specie.

Del Nibbio bruno (Milvus migrans) si sa di meno, sia sulla presenza storica, sia su quella attuale, anche se certamente nidifica in varie aree della nostra regione, prima di ripartire per i quartieri invernali in Africa. Anche il Nibbio bruno, che sino a qualche anno fa poteva incontrarsi prevalentemente a Sud del fiume Sangro, è oggi visibile in diverse zone collinari della nostra regione, come nel caso del video che pubblichiamo qui sotto, realizzato in provincia di Pescara.

In questo periodo di transizione tra la fine dell’estate e l’inizio degli spostamenti migratori, è possibile assistere a scene come quelle documentate da due fotografi naturalisti della SOA. In queste settimane gli individui giovani trascorrono il loro periodo di apprendistato insieme agli adulti e devono imparare a procacciarsi il cibo.

Nel video, un Nibbio reale adulto si alza in volo e allarma sulla testa di Sandro Barile, il quale racconta che, di mattina presto, era nascosto dietro un albero per filmare due cuccioli di volpe, quando quattro Nibbi, due adulti e due giovani, si sono involati e uno, appunto, lo ha fatto oggetto delle sue attenzioni. Chissà se erano interessati a loro volta alle due piccole volpi o semplicemente uno dei genitori stesse proteggendo la sua prole!

Le foto qui sotto, di Remigio Doremi, mostrano, invece, due giovani Nibbi (uno reale e uno bruno) che tentano di sottrarre la preda a un Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), altro rapace migratore che nidifica nelle aree pedemontane e sulla cui consistenza in Abruzzo, ove è discretamente presente come nidificante, si sa ancora poco.

Falco pecchiaiolo, Nibbio reale e Nibbio Bruno

Qui ci troviamo nell’Alto Vastese, area straordinariamente ricca di uccelli rapaci, per la quale la SOA – su incarico dell’ Osservatorio Regionale della Biodiversità, grazie alla collaborazione dell’Ufficio Biodiversità dei Carabinieri Forestali di Castel di Sangro – ha realizzato, gratuitamente, uno studio e una proposta cartografica per la istituzione di due ZPS in Provincia di Chieti, purtroppo rimasti sulla carta. Non a caso la nuova legge regionale per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile non tiene conto del rischio che la realizzazione degli impianti a pale eoliche comporta per la sopravvivenza di queste specie.

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