Come comportarsi con i “pulli” fuori del nido

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In questo periodo dell’anno – fine della primavera/inizio dell’estate – non è infrequente rinvenire sul terreno piccoli uccelli inabili al volo, che in ornitologia si chiamano “pulli”. I pulli sono i nidiacei non ancora in grado di badare a sé stessi e dipendenti totalmente dai genitori. In linea di massima, i pulli trascorrono questo periodo all’interno di un nido e per questo si dicono “nidiacei”. Si parla, invece, di pulcini per riferirsi a quei piccoli che sin dai primi momenti dopo la schiusa delle uova sono in grado di seguire i genitori, dotati, quindi, da subito, di maggiore indipendenza, come i galliformi o i limicoli. La maggior parte dei piccoli degli uccelli che si riproducono dalle nostre parti sono pulli, per esempio i piccoli dei passeriformi e rapaci.

Un pullo fuori dal nido non è, però, necessariamente un evento problematico. Vi è per molte specie una fase in cui, pur se inabili parzialmente o totalmente al volo, i pulli cominciano a spingersi fuori del nido. Per esempio, i piccoli di Allocco (Strix aluco) possono abbandonare la cavità in cui sono nati diversi giorni prima di essere in grado di volare, per spingersi sui rami di qualche albero ad attendere i genitori che continueranno ad alimentarli. In questa fase, ancora piuttosto goffi, possono facilmente finire a terra.

In molti casi questa “uscita” precoce può essere una strategia per diminuire il rischio di predazione. La tecnica della riproduzione in nidi costruiti o cavità, in cui i piccoli sono radunati tutti insieme in uno spazio ristretto per diversi giorni o settimane (la più recente a comparire in termini evolutivi) presenta molti vantaggi, ma anche svantaggi. Se il nido viene scoperto da un predatore, tutto lo sforzo (enorme in termini energetici per uccellini che a volte pesano 10 grammi) compiuto per portare avanti una nuova generazione viene vanificato in un attimo.

In breve, in molti casi (probabilmente la maggior parte) di fronte a uccelli a terra la cosa migliore è allontanarsi e magari a distanza godersi lo spettacolo degli adulti che tornano a prendersi cura del piccolo. Vi sono, peraltro, casi in cui, invece, la situazione non è “normale”. Per cercare di illustrare questa casistica e fornire una guida su come comportarsi abbiamo preparato questa “infografica”

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